E' Pronto il Mio Libro Sulla Fisica Quantistica
Mia Nonna
Io
penso volentieri ai miei avi e ho tanti ricordi piacevoli che, sebbene nascosti
da qualche parte nella mia mente, appena indagati saltano fuori. Questi ricordi
hanno messo radici che hanno potuto attecchire perché c’era sempre mia nonna,
splendida narratrice, che mi raccontava storie in cui, spesso, i protagonisti
erano sia frutto della sua fantasia sia vecchi componenti della mia famiglia.
Non
saprò mai quali di queste storie fossero vere; sicuramente so che in questa
maniera oggi conosco molto dei miei avi.
Mia
Nonna si chiamava Costantina ed è nata l’1 ottobre 1884. In quegli anni Joseph John Thomson proponeva il primo
Modello Atomico, detto a panettone.
Mi è sempre piaciuto
pensare che, mentre mia nonna sfidava la vita, anche la Fisica Quantistica cresceva e si sviluppava di pari passo, come se
avesse gli stessi ritmi e le stesse difficoltà, dapprima di un bambino, poi di
un giovane ragazzo che diventa adolescente e che combatte contro il mondo, fino
a diventare un adulto con la sua maturità e consapevolezza.
Infine, in uno
sviluppo naturale, arriva il momento di cedere il passo a un futuro erede che
ne riconoscerà i meriti e la vita spesa perché i discendenti possano progredire
il cammino iniziato verso nuovi obiettivi.
Mia nonna non aveva
mai sentito parlare di Einstein eppure, all’epoca della pubblicazione dell’articolo
sulla relatività ristretta, aveva già ventuno anni.
In quegli anni lei
aveva il dovere, essendo primogenita, di accudire agli altri fratelli e sorelle
arrivati dopo di lei. Ed era una ottima cosa che, completamente autodidatta, fosse
in grado di leggere, scrivere e far di conto. Nell’Italia meridionale di quel
periodo prevaleva la concretezza della vita quotidiana che concedeva poco
spazio alle notizie di scoperte scientifiche teoriche.
Quando nel 1927 si è
sposata, uomini a lei sconosciuti decidevano il futuro atomico dell’umanità,
incontrandosi nel Convegno di Como e nel Congresso di Solvay.
Mia nonna, invece,
il giorno dopo il matrimonio è tornata ai suoi doveri di donna e moglie per contribuire,
nel suo piccolo, alla crescita di una umanità che lottava per fare passi avanti
lungo la strada del progresso sociale e scientifico.
Nel 1945, quando
sono esplose le due bombe atomiche, applicazione concreta dei risultati della
giovane Fisica Quantistica, mia nonna
sapeva solo che erano morte tante persone in un solo bombardamento e pensava a
tutti quei piccoli senza vita mentre curava i suoi figli ormai quasi in età da
marito.
Aveva trovato l’amore
senza conoscere l’equazione di Dirac e gli atomi continuavano la loro probabile
esistenza nel pane che settimanalmente impastava.
Quando mia nonna è
morta, nel 1979, la Fisica Quantistica
era, ormai, anch’essa diventata matura.
E probabilmente era
anch’essa già morta o moribonda.
Mi sono sempre
chiesto quali modificazioni subiscano gli atomi del corpo di una persona che
muore, se ne abbiano la consapevolezza, oppure, tutti, facciamo solo parte di
un grande tourbillon, dove nessuno ha reale coscienza di nulla e il cui vero
scopo altro non è che la perpetuazione di un ricordo.
A me sembra che sia lo
stesso destino riservato a tutte le conoscenze e teorie destinate a dissolversi
come ombre alla luce delle nuove scoperte.
Così, sia mia nonna,
sia tutti quelli che hanno collaborato a far crescere la Fisica Quantistica, hanno contribuito a produrre risultati che si
perpetueranno per le generazioni a venire, comunque e per sempre, non più come
lavoro manuale o attraverso esperimenti quotidiani, ma solo come ricordi
immateriali che si evolveranno in storie o teorie scientifiche.
A distanza di anni, sia
le teorie, sia le storie di ciascuno di tutti i protagonisti, passati o attuali,
diverranno Meme e, per i nostri futuri
discendenti, sarà sempre più difficile distinguere se sia esistita davvero una
realtà di cui crediamo essere modellatori, oppure se abbiamo assolto al solo compito,
inconscio, di essere un tramite, di generazione in generazione, per Memi
più antichi, magari arricchendone la moltitudine anche con esperienze o fatti acquisiti
nel corso della nostra vita.
Così io mi auguro di
riuscire a trasmettere sia il ricordo, il Meme,
di mia nonna, sia il ricordo della “mia” Fisica
Quantistica e di quanto ne sia stato appassionato.
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